Carissimi! Come di consueto vi inoltriamo l’invito che ci perviene dall’Associazione Artemusica di Roana , sempre molto attiva nel proporci interessanti iniziative!! Un caro saluto a tutti ed ecco a voi di seguito :
Cari amici,
in attesa di comunicarvi presto il calendario della stagione estiva, che avrà la serata inaugurale il 10 luglio, siamo lieti di invitarvi al prossimo concerto.
Con affetto, a presto
Francesco, Cristina, Antonello
Sabato 7 giugno 2014 – ore 21.00 – Sala Consiliare – Canove
Concerto del pianista Marco Birro
Musiche di Mozart, Beethoven, Brahms, Chopin, Debussy
MARCO BIRRO, nato a Verona nel 1993, intraprende gli studi pianistici a 11 anni con il M° Cristiano Zanellato.
Nel 2006 è ammesso al Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza, dove attualmente frequenta il 10° Corso di Pianoforte sotto la guida della Prof.ssa Federica Righini.
Ha partecipato come allievo effettivo a Masterclasses tenuti da Aleksander Madzar e da Wolfram Schmitt-Leonardy.
Nel 2012 ha vinto il primo premio nella categoria cameristica del Concorso di esecuzione musicale ”Città Piove di Sacco” suonando a quattro mani con Maria Luisa Zaltron.
Ha frequentato i “Corsi estivi di alto perfezionamento musicale” di Siena Jazz (Franco d’Andrea, Stefano Battaglia, Jason Lindner, John Taylor, Lionel Loueke, Greg Osby, Achille Succi), e il
Meranojazz Workshop 2013 (Tim Berne, Franco d’Andrea, Riccardo Zegna), dove ha vinto la borsa di studio come “Best Musician”.
Fin da giovanissimo si esibisce con varie formazioni in clubs e festivals locali.
Nel 2013 forma un duo con il violinista Federico Zaltron e un trio con Riccardo di Vinci al contrabbasso e Alex Brajkovic alla batteria.
Insegna privatamente pianoforte e teoria musicale.
Il concerto si apre con la “Fantasia in re minore” KV 397 di Mozart, testimonianza dell’arte improvvisativa mozartiana. Ad un preludio in stile bachiano succede un Adagio a carattere lamentoso. La seconda parte, in tonalità maggiore, nel manoscritto è incompleta; fu completata da A.E.Muller.
Seguono le “Variazioni in re maggiore op.21 n.1” di Brahms. Composta nel 1857 su un tema originale, questa serie è poco eseguita rispetto a quelle su temi di Handel o Schumann, ma presenta un lirismo tipicamente brahmsiano e un grande sfruttamento delle potenzialità orchestrali e virtuosistiche dello strumento.
Proseguiamo con una composizione dello stesso Birro, la “Fantasia in do minore”, in cui si cerca di coniugare reminescenze ottocentesche con tecniche tipiche del pianismo novecentesco e contemporaneo; essa fungerà da preludio alla grande Sonata in la bem. maggiore op.110 di Beethoven.
Penultima delle 32 sonate per pianoforte del maestro di Bonn, fu composta, parallelamente alle sonate op.109 e 111, tra il 1821 e il 1822, mentre Beethoven spendeva gran parte delle sue forze nella stesura della Missa solemnis. Pur articolandosi in tre tempi (Moderato cantabile molto espressivo, Allegro molto, Adagio ma non troppo-Fuga:Allegro ma non troppo), l’op.110 si presenta come una composizione simile ad una Sonata-Fantasia, dove ogni movimento sfocia nel successivo. L’impiego di tecniche contrappuntistiche (nel terzo movimento sono presenti due fughe) è tipico dell’ultimo Beethoven.
La seconda parte del programma si apre con “Litany”, del compositore giapponese Toru Takemitsu, rielaborazione del 1989 di un’opera giovanile, “Lento in due movimenti”. La composizione è molto interessante per il modo in cui fonde diverse influenze, dalle melodie modali della tradizione nipponica, al jazz, a Messiaen e Debussy.
Proprio di quest’ultimo sono i due pezzi che seguono, due Prèludes tratti dal primo libro di questa raccolta. Il primo, La danse de Puck, si riferisce probabilmente al dispettoso folletto di “Sogno di una notte di mezz’estate”; il secondo, La cathedrale engloutie, è forse ispirato alla mitica isola di Ys, sommersa dall’oceano.
Il concerto si chiude con uno dei capolavori di Chopin, la Polonaise Fantaisie. Scritta nel 1846, questa composizione tardò ad entrare nel repertorio pianistico per la sua forma intricata, ma è oggi considerata come il vertice artistico dell’ultimo periodo chopiniano.