Sono passate ormai quasi due settimane da quando Paolo Isotta se n’è andato. Musicologo e saggista, Isotta è stato in campo musicale uno dei più apprezzati critici italiani. Aveva 70 anni ed era professore emerito del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.
Chi lo ricorda più per i suoi scritti dedicati a svariati compositori, chi più per i suoi articoli su il Giornale, Il Corriere della Sera e altre testate. Senz’altro tutti coloro che l’hanno direttamente o indirettamente conosciuto lo ricordano per il suo personalissimo stile narrativo, stile che ha fatto appassionare generazioni di amanti della musica: acuto, colto e signorile con una sempre pungente verve narrativa, senz’altro legata alla sua napoletanità.
Isotta non ha mai accettato compromessi nello scrivere. Ha sempre voluto restituire con obiettività quanto decideva di mettere nero su bianco, cosa che ha pagato anche a caro prezzo. Nel 2013 scoppiò infatti il “caso Isotta”, quando il musicologo napoletano criticò, proprio sulle pagine del Corriere della Sera, Daniel Harding e, indirettamente, Claudio Abbado, scatenando una durissima reazione del sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano Stéphane Lissner che lo bollò come “persona non gradita”. Di lì a poco tempo perse anche il posto al Corriere. Isotta ci rimase molto male, ma come nel suo stile, annunciò la fine della collaborazione con il quotidiano milanese con parole molto asciutte ed eleganti: ”Torno a essere un musicista e null’altro che questo. Col presente articolo si chiude la mia attività di critico musicale svolta per più di quarantadue anni”.
Ci piace ricordare Paolo Isotta condividendo con voi questo suo articolo, scritto in occasione della morte di Arturo Benedetti Michelangeli, che contiene riferimenti straordinariamente attuali nonostante siano passati quasi trent’anni. Vi invitiamo a leggerlo. In questo ritratto del maestro Michelangeli traspare tutta l’ammirazione di Isotta, legata evidentemente ad un sentire comune rispetto al pianista bresciano nella continua ricerca, quasi ossessiva, della perfetta bellezza. Bellezza che anche Isotta nella sua lunga carriera ha sempre cercato di mantenere intatta sia nel suo modo di vivere sia nel suo stile narrativo.
Leggi l’articolo: http://heinrichvontrotta.blogspot.com/2015/03/arturo-benedetti-michelangeli-il.html